#Quandotuttosaràfinito

 

Carissimi voi tutti, innanzi tutto come state?

Spero tutto bene per tutti.

In questo periodo una domanda che sembra quasi banale assume, in realtà, un ben più ampio e profondo significato.

Come si sta al tempo della pandemia a modificare abitudini e comportamenti, a capovolgere priorità e scale di valori?

 

Dopo più di un anno siamo ancora disposti a fare sacrifici?

 

Abbiamo riscoperto emozioni come la paura e la rabbia e sentimenti sopiti legati alla nostra e all’altrui fragilità di fronte alla malattia, alla sofferenza e alla morte. Siamo stanchi, stremati, non ne possiamo più!

 

Quali ancora le certezze? 

 

Prima fra tutte quella che la pandemia finirà. Ce lo insegna la storia. Un giorno potremmo voltarci indietro e vederla alle nostre spalle. E’ vero non sappiamo dire con certezza quando finirà, se la campagna vaccinale sarà efficace, non sappiamo ancora dire quanto dura la protezione immunitaria e non sappiamo esattamente neppure quali proporzioni avrà la coda pandemica sul piano dell'economia mondiale, sulle dis-uguaglianze, sulla salute psico-fisica-sociale di tutti noi. E' un'esperienza che dobbiamo attraversare, passarci attraverso. Alla fine del tunnel ne usciremo nudi, ognuno con le proprie debolezze e le proprie fragilità.

Sappiamo con certezza che dopo, quando tutto sarà finito, perché finirà, nulla e nessuno sarà come prima. Tutti avremo avuto la possibilità di essere migliori o peggiori. Non possiamo sottrarci alla prova! Qualcuno darà il peggio di sé, per scelta o per debolezza e qualcun altro avrà ritrovato il senso profondo del vivere, la propria bellezza e unicità per farne dono agli altri, alla comunità umana. L’unica possibilità di buon senso che abbiamo è restare assieme, uniti da una empatia ritrovata, chiamati a ricostruire l'umanità nuova attorno al bene comune, senza esclusioni; cancellando quelle troppe e troppo profonde dis-uguaglianze in nome di una nuova antropologia ecologica della felicità che ci insegna che non si può essere felici da soli. La tua felicità coincide con la mia, il resto e pura illusione. Siamo chiamati ad un grande patto fra generazioni, fra paesi e continenti, fra ricchi e poveri. Questa è l’ora della solidarietà, dell’umiltà, dell’ascolto, del prendersi cura gli uni degli altri, l’ora di chiederci scusa per gli errori commessi. E' questa l’ora della generosità e di riscoprirci tutti profondamente connessi in ciò che di più sacro abbiamo: la nostra profonda umanità e la casa comune che co-abitiamo.

 

Quanto ci mancano alcuni gesti semplici coma abbracciare un amico e un proprio caro, la propria compagna, il proprio compagno, i propri figli, nostra madre o nostro padre? Qual è il valore che sta dietro una stretta di mano ad un bacio? Quella fisicità che è parte fondante delle relazioni fra di noi?

Oggi siamo chiamati a praticare una certa “lontananza” a mantenere le “distanze”, la "separatezza" a diffidare del vicino eppure stiamo ri-scoprendo quanto siamo interconnessi e dipendenti gli uni dagli altri, ci riscopriamo vicini, così vicini che da un “mio” gesto, un mio comportamento dipende il bene, la salute e la vita di molti e viceversa. Questo tempo ci sta insegnando il senso di responsabilità, che è alla base di una vera comunità. Ci riscopriamo comunità nostro malgrado.

E questo vale per gli individui, i gruppi, le comunità per gli stati e i continenti.

 

Quando tutto sarà finito vogliamo e dobbiamo fare festa, ritrovarci per ri-guardarci negli occhi, senza mascherina questa volta, per dirci grazie, per chiederci scusa e perdonarci, per ritornare a stringerci la mano, abbracciarci e celebrare ognuno e ciascuno il cambiamento piccolo o grande che ci riguarda come individui e come comunità umana.

 

Dobbiamo lavorare fin da ora per preparare la "festa", una grande festa, una festa memorabile nella nostra storia.

Costruiamo tavoli reali e virtuali ai quali sederci e ritrovarci assieme a condividere esperienze, competenze, professionalità, risorse, tempo e spazi, per mescolare le idee, raccogliere testimonianze, bisogni, risorse...il futuro è oggi!

 

Alimentare la speranza! Oggi! Adesso! L’antidoto migliore, il vaccino più efficace contro la paura, lo sconforto, la depressione, la sofferenza, il dolore, la morte! Contro le dis-uguaglianze, la fame, la povertà.

Lavoriamo insieme ad immaginare il futuro…il nuovo welfare che verrà.

Perché lo dobbiamo ai bambini, alle nuove generazioni.